Quella del nucleo americano delle cose aldrovandiane è una storia nella storia che, ruotando attorno alla circolazione delle cose stesse, le porta dentro e fuori la collezione, perse e ritrovate. Il sogno sfumato di prendere parte ad una spedizione in America, per l’osservazione naturalistica da condurre sul campo, non impedì ad Aldrovandi di accumulare una certa quantità di manufatti e oggetti naturali del Nuovo Mondo. Si coglie un intento di sviluppare uno sguardo quanto più possibile approfondito su flora e fauna, dando conto di tutte le notizie disponibili, inevitabilmente condizionate anche dal complesso di inquietudini che accompagna la costruzione dell’idea di America.
I cataloghi americani di Aldrovandi riflettono la coesistenza di interessi scientifici e dicerie tra le più assurde e perturbanti che dipingevano il continente come popolato da un’umanità caotica e selvaggia, intenta a praticare riti pre-culturali feroci e grotteschi. Un’umanità altra, insomma, sotto tutti i punti di vista. Aldrovandi tiene traccia di queste narrazioni facendo ritrarre sulle tavole personaggi che si supponeva abitassero il continente. Aldrovandi si concentra, in particolare sull’osservazione della materialità dei dettagli, come nel caso delle caratteristiche delle piume impiegate nell'arte plumaria indigena americana (Olmi 2015, p. 233; Markey 2017, pp. 225-247; Mason 2023, pp. 98-100)
Le descrizioni degli abiti di un uomo e una donna amerindiani sono presente nella sezione dell'Ornithologiae dedicata ai pappagalli (fig.1) e affiancano le immagini impresse attraverso le matrici xilografiche.
Il ritratto della Regina dell’Isola di Florida (fig. 2, 3 e 4) la cui immagine compare anche nella Monstrorum Historia, mostra una figura femminile con un copricapo di piume (Laurencich Minelli 1992, pp. 138-139), il cui disegno è basato sul modello di un originale presente nella collezione di Antonio Giganti, in parte riassorbita nella collezione Aldrovandi alla morte dello stesso Giganti, nel 1598 (Laurencich Minelli 1983, pp. 187-206; 1984 pp. 208, 236). Un copricapo in piume è rappresentato anche indosso ad un altro personaggio ritratto nelle tavole aldrovandiane e nel volume Ornithologiae, il cosiddetto Homo Sylvestris (fig.5), una figura maschile nuda, in posa guerresca. Anche in questo questo caso, il copricapo rosso che il soggetto reca venne rappresentato prendendo a modello un pezzo (di origine brasiliana) della collezione Giganti, nel cui inventario è descritto però come indumento femminile (Laurencich Minelli 1983, pp. 208, 236). La figura ritratta mostra inoltre alle caviglie dei sonagli di frutti, indentificati come appartenenti alla Thevetia (Laurencich Minelli 1983, p. 196) pianta la cui presenza è attestata nella stessa collezione Aldrovandi.
I vari particolari e le descrizioni che accompagnano le tavole acquerellate e le raffigurazioni a stampa riflettono la commistione di dati e fonti di ispirazione usati nell'elaborazione dei ritratti, spesso all'origine della confusione di denominazioni e attribuzioni che si rincorrono nell'osservazione di uno spazio che appariva ancora sfuggente.